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Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Umbria

Dantedì 2022

In occasione delle manifestazioni in Umbria per il VII centenario della morte di Dante, celebrata lo scorso anno, sono state organizzate numerose manifestazioni, che hanno visto archivi e biblioteche al centro degli eventi. Ha aperto l’anno la Biblioteca Comunale Augusta con una mostra di materiale archivistico e bibliografico dal titolo “Dante a Porta Sole”.
E’ stata l’occasione per esporre, anche se in copia, i frammenti danteschi conservati presso l’Archivio di Stato di Perugia, l’Archivio di Stato di Terni e il Comune di Fossato di Vico.
Cosa sono i frammenti danteschi?  rappresentano la testimonianza di quanto resta di codici manoscritti della Commedia e di altre opera di Dante e che costituiscono un piccolo tesoro conservato negli archivi. I testi delle opere di Dante e di altri  grandi autori del passato sono pervenuti attraverso la tradizione dei codici manoscritti, realizzati negli scriptoria in particolare annessi ai monasteri. Con l’introduzione delle stampa nella seconda metà del secolo XV , furono immesse nel mercato librario edizioni a stampa anche della Commedia dell’Alighieri.
Una delle prime edizioni fu realizzata a Foligno!
I testi manoscritti persero interesse di fronte al testo a stampa e gran parte dei codici manoscritti finirono sul mercato come materiale di recupero: fogli di carta o pergamena vennero utilizzate per rilegare libri  o registri amministrativi. I notai apprezzavano molto le pergamene da riciclare e se ne servivano per avvolgere, come coperte, registri di varia misura che raccoglievano gli atti da loro rogati o per rinforzare varie componenti delle legature degli stessi.
Quando gli enti pubblici o privati avevano necessità di nuovi registri notarili si recavano nelle botteghe dei legatori e ne acquistavano la quantità a loro necessaria.
Il segretario del notaio intestava poi il registro e indicava il nome e il tipo di atto contenuto oltre agli anni della relativa agli atti rilegati. Spesso la data è fondamentale come indicazione dell’anno nel quale è avvenuto il riciclaggio. L’utilizzo delle pergamene, comunemente dette di “riuso” è ovviamente connesso al decadere del codice manoscritto e al diffondersi della stampa. Come è noto il libro a stampa appare negli ultimi decenni del 400 con i primi “incunaboli” ma è soprattutto dopo il sec. XVI, grazie alla diffusione della stampa e al conseguente rapido ricambio di libri più diffusamente utilizzati, come quelli universitari e quelli liturgici, avviene, dunque, che i manoscritti non servono più, vanno fuori mercato e vengono venduti a peso. I codici manoscritti non rivestono più importanza per i loro contenuti ma per la preziosa e costosa materia con cui sono fatti; ecco che vengono considerati solo per la resistenza della pergamena. La consapevolezza della rilevanza storica dei manoscritti e la necessità di raccoglierli e conservarli  subentrerà non prima di due secoli. Il fenomeno del riciclo del materiale dei manoscritti si riscontra in Italia dal 1500 fino alla metà del 1600 e avviene anche nelle abbazie dove gli amanuensi usavano i fogli membranacei manoscritti anch’essi per rilegare i libri. La consapevolezza della rilevanza storica dei manoscritti e la necessità di raccoglierli e conservarli  subentrerà dal secolo XVIII.